Poltrona UP5 di Gaetano Pesce

UP5   Gaetano Pesce

STORIA:

Disegnata nel 1969 da Gaetano Pesce, rappresenta una delle più clamorose espressioni del Radical Design. Sette diversi modelli di sedute in varie dimensioni, sono caratterizzate da uno straordinario impatto visivo che le ha rese uniche nel tempo. Tra tutte la più celebre è la scultorea poltrona Up5, abbinata al pouf Up6, concepita come metafora della “donna con la palla al piede”, vero e proprio pezzo cult. Giocata su geometrie curvilinee e contraddistinta da presenza ipnotica e personalità pop, la poltrona Up5 segna il felice incontro tra arte e design. La forma avvolgente della seduta e dello schienale sembra modellarsi intorno al corpo, cercando una totale integrazione.  Creati in un dialettico rapporto e perfettamente calibrati, poltrona e pouf appoggiati uno sull’altro svelano ciascuno la propria identità formale solo se liberati dall’imballaggio.                                                                                     Interamente realizzati in poliuretano con rivestimento fasciante in tessuto elasticizzato, sono disponibili in diversi colori.

IL PROGETTO:

La configurazione della poltrona UP5+UP6 aveva caratteristiche anatomiche e inequivocabili riferimenti antropomorfi; si trattava infatti di un ampio grembo materno che ricordava le statue votive delle preistoriche dee della fertilità. Con un elemento in più: una sfera che fungeva da pouf legata al corpo della poltrona. Pertanto l’immagine della comodità e del comfort si sovrapponeva a quella più figurata della donna con la palla al piede.                                                                                               Sugli aspetti dei suoi rapporti con il mondo della produzione industriale, Gaetano Pesce partiva dal presupposto che avendo una determinata idea, bisognasse indagare per individuarne il linguaggio più appropriato ad esprimerla, convincendo l’industria a produrre quell’idea in molte copie, affinché incidesse in modo dirompente sul costume e sulle abitudini. Alla particolare rappresentazione dell’oggetto, si sovrapponeva in questa poltrona, l’innovazione tecnologica, quasi una clamorosa polarità tra forma e tecnica. La poltrona mutuava il principio della contrazione della spugna, che stretta nella mano perde il suo volume e lo riprende poi quando la si rilascia. Grazie alla tecnologia del poliuretano a iniezione, che in quegli anni connotava l’azienda come pioniera in questo ambito, l’idea di Pesce diventava fattibile, favorendo peraltro un minor ingombro a magazzino e un notevole risparmio nella spedizione. La poltrona, rivestita con tessuti elastici, veniva confezionata “sottovuoto”, ottenendo nella sua massima contrazione fino al 90% in meno della cubatura. Aprendo l’imballaggio, con la pressione atmosferica l’aria rientrava nelle cellule del poliuretano e l’oggetto lievitava in maniera spettacolare, riprendendo la sua forma originaria (processo di confezionamento sottovuoto mantenuto fino al 1973 – nell’anno 2000 riedizione collezione con processo standard). Sette i modelli di sedute che componevano la Serie, di diverse forme e dimensioni. Tra queste, il piede UP7, una grande scultura che coniugava modernità e passato, quasi un frammento archeologico dell’era moderna, perfetta espressione dell’incontro tra arte e design. I rivestimenti da sempre in tessuto elastico sono oggi disponibili nei colori nero, rosso, giallo, blu, verde scuro, oltre a una soluzione a righe beige e arancio. Nel corso degli anni, la poltrona UP5+UP6 è diventata una vera e propria icona a livello internazionale, assumendo i nomi più diversi, da “Big Mama” a “Blow Up” diventando l’oggetto del desiderio di un vasto pubblico.

PACKAGING:

La vera innovazione era costituita dal packaging, il modo col quale erano confezionate. Le sedie erano stampate in schiuma di poliuretano, compresse sotto vuoto fino ad appiattirsi e poi confezionate in buste di PVC. La forma di poliuretano espansa tornava ad assumere il volume  previsto originariamente dal design soltanto quando si aprivano le confezioni e il materiale col quale erano fatte veniva a contatto con l’aria. Questo uso inventivo e tecnologicamente avanzato dei materiali permise a Pesce di coinvolgere l’acquirente nella fase finale della creazione del prodotto.

SCHEDA TECNICA DEL PRODOTTO:

NOME:  Serie UP

CATEGORIA:  Poltrone e pouf

AZIENDA:  B&B Italia

DESIGNER:  Gaetano Pesce

ANNO:  1969

MATERIALI:  schiuma poliuretanica, tessuto Jersey elasticizzato e iuta.

VARIANTI:  La collezzione di sedute UP series si compone di sette elementi di diversa configurazione, il sistema prevede  per ogni elemento rivestimenti in tessuto elastico nei colori nero, rosso, giallo, blu, verde scuro oltre

ad una soluzione a righe beige e arancio.

MISURE:

– poltrona UP1: L 100 cm x P 100 CM x H 67 cm

– poltrona UP2: L  62 cm x P  62 CM x H 47 cm

– poltrona UP3: L 100 cm x P 100 CM x H 74 cm

– poltrona UP4: L 167 cm x P 100 CM x H 67 cm

– poltrona UP5+UP6: L 120 cm x P 130 CM x H 103 cm / Ø 57 cm

– poltrona UP7: L 162 cm x P  67 CM x H 83 cm

COMPONENTI E MATERIALI:

La poltrona UP è composta da soli tre elementi :

Struttura : schiuma di poliuretano flessibile a freddo Bayfit® (Bayer®)

Rivestimento : tessuto jersey elasticizzato

Fondo : tessuto 100% juta

TECNOLOGIA DI PRODUZIONE:

la struttura:

Struttura    : schiuma di poliuretano flessibile a freddo Bayfit® (Bayer®)

IPOLIURETANI:

I poliuretani sono una grande famiglia di prodotti sintetici destinati all’industria delle vernici e delle materie plastiche, i quali comprendono anche una vasta gamma di resine per masse da stampaggio. Sono prodotti a due componenti: poliolo e isocianato, che riuniti polimerizzano a freddo dando luogo ad un composto stabile e irreversibile. Si dividono in due principali categorie: i compatti o integrali, e gli espansi; a loro volta si articolano nei sistemi rigidi ed elastici. Il sistema compatto rigido è un formulato specifico per colate. Si ottiene un composto simile all’ABS, dotato di buona resistenza all’urto, stabilità dimensionale, fedeltà di riproduzione e ottima finitura superficiale. Adatto per lo stampaggio di piccoli oggetti e prototipi; o utilizzato nel modellismo statico.Con il sistema che espande si ottiene il poliuretano espanso rigido. Una schiuma a cellule chiuse ricoperta da una pelle superficiale compatta, disponibile in diverse densità, da 30 a 120 kg/m³. I sistemi elastici integrali sono gli elastomeri. Composti simili alla gomma, disponibili in un’ampia gamma di durezze, da 30 a 80 Shore. Si utilizzano per colata, per riprodurre articoli in gomma senza il processo di vulcanizzazione. La versione elastica ad espansione produce la schiuma poliuretanica morbida. Un prodotto simile alla gomma-piuma, con diverse densità,                        e ricoperta da una pelle superficiale elastica e compatta. Viene utilizzata per la produzione di bambole e giocattoli; nella scenografia , animazioni pubblicitarie e ambientazioni.

La fase di produzione del poliuretano flessibile si basa su 5 punti fondamentali:

a) condizionamento delle materie prime 

b) dosaggio delle materie prime

c) miscelazione delle materie prime

d) innesco della reazione

e) controllo della crescita                 

Alla base della produzione del poliuretano espanso flessibile vi sono tre materie prime principali: il POLIOLO, il TOLUENE DI ISOCIANATO (TDI) e l’ACQUA; è proprio l’acqua, elemento indispensabile alla vita, il reagente che porta all’espansione ed alla crescita della schiuma.  Le materie prime vengono adeguatamente condizionate e questo significa che i diversi componenti sono portati ad una temperatura variabile fra i 20 ed i 25 °C che rappresenta la temperatura ottimale per la produzione del poliuretano. Agenti complementari, quali il CFC ed il CLORURO DI METILENE, sono stati banditi dal processo di produzione sia perché dannosi alla salvaguardia dell’ambiente, sia perché nocivi per la sicurezza e la salute degli    utilizzatori finali.  Le materie prime, che si trovano disposte nelle rispettive cisterne di produzione, vengono dosate all’interno della testa miscelatrice nella quale si ha l’innesco della reazione.  Dalla testa di miscelazione la schiuma arriva ad una vasca dalla quale tracima poi sul nastro trasportatore. La reazione (detta “reazione di polimerizzazione”) si sviluppa nell’arco di 1/3 minuti; in questo arco di tempo il blocco raggiunge le dimensioni finite. Una volta uscito dal tunnel il blocco viene tagliato in stecche di lunghezza variabile e disposto sull’impianto di maturazione.                                                               Il completamento della reazione del poliuretano si ottiene nell’arco delle 72 ore successive al processo produttivo e dopo questo arco di tempo la stecca viene immagazzinata all’interno dei capannoni di stoccaggio. Da qui il prodotto può seguire due diverse strade: può essere tagliato in blocchi da 2, 3, e 4 metri ed essere venduto come blocco grezzo oppure può essere utilizzato all’interno del reparto di taglio dell’azienda nel quale effettuate lavorazioni supplementari.

IL RIVESTIMENTO:

Rivestimento : tessuto jersey elasticizzato

Sul finire del XIX secolo il “jersey” era un pesante tessuto di maglia usato dai pescatori dell’isola inglese di Jersey. Era una maglia rasata, semplice, leggera, morbida e naturalmente elastica; veniva resa adatta a molteplici usi nel campo dell’abbigliamento. Ritenuto inadatto alla sartoria, divenne di moda quando la stilista Coco Chanel lo impiegò per le sue creazioni Il Jersey non è propriamente un tessuto, cioè realizzato a telaio con trama e ordito, ma una stoffa realizzata a maglia rasata; il nome si riferisce alla gran parte dei prodotti della maglieria industriale. Prodotto con macchine per maglieria, risulta elastico sia in lunghezza che in larghezza. Può essere ottenuto da qualsiasi fibra tessile: le più usate sono il cotone, la lana e la viscosa. Trova applicazione in tutti i campi: dall’arredamento all’abbigliamento, come fodera e sostegno per tecnofibre; accoppiato a cuoio e gomma nelle calzature.                                                           I tessuti jersey con fili elastam hanno un’elasticità superiore a quelli stretch e sono particolarmente adatti alla confezione di abbigliamento sia femminile sia maschile, e sportivo.

        

IL FONDO:

il fondo in juta:

La juta (detta anche iuta o corcoro) è una fibra tessile naturale ricavata dalle piante del genere Corchorus, inserito nella famiglia delle Malvaceae. Come per il lino e la canapa, la materia tessile per la produzione si ricava dal fusto della pianta. Circa l’85% della produzione mondiale di iuta è concentrata nel delta del Gange: i principali paesi produttori sono quindi Bangladesh e India, e in misura minore Cina, Thailandia, Myanmar, Pakistan, Nepal e Bhutan. La iuta è altamente igroscopica, di colore bianco, giallognolo o bruno. Le fibre sono ruvide e tenaci e il filato risulta anch’esso ruvido, rigido e molto resistente. La iuta si può lavorare all’uncinetto da sola o mescolata con altri filati, per realizzare oggetti vari, come borse, cinture, cappelli o tappeti.

Caratteristiche juta :

La Juta è al 100% biodegradabile e riciclabile.

È una fibra naturale con riflessi lucenti e dorati e perciò chiamata la fibra d’oro

È la più economica fibra vegetale, procurata dalla fibra di tiglio o dalla scorza del fusto delle piante.

È la seconda fibra vegetale più importante dopo il cotone, in termini di

utilizzo, consumo globale, produzione, e disponibilità.

Ha un elevato carico di rottura, una bassa estensibilità, e garantisce un’alta traspirazione del tessuto.

La iuta è, quindi, molto adatta nell’imballaggio dei pacchi di beni agricoli

Può essere usata per creare i filati, tessuti, reti e sacchi della miglior qualità industriale.

È una delle fibre naturali più versatili mai usate come materiale grezzo nei settori dell’imballaggio, del tessile, dell’edilizia e dell’agricoltura.

Il volume del filato conferisce una ridotta tenacia e una maggiore

estensibilità quando unito in una “ternary blend” (lett. mistura ternaria).

La pianta della iuta è imparentata con la pianta della Cannabis sativa.

Ciononostante la iuta è completamente priva di elementi narcotici o odorosi

Le varietà della iuta sono la Corchorus olitorius (riflessi dorati) e la

Corchorus capsularis (riflessi argentei)

Al mondo la migliore area produttiva per la iuta è considerata essere la

pianura del Bengala (delta del Gange), regione compresa prevalentemente nel Bangladesh.

Nel panorama delle fibre tessili vegetali vanno inoltre ricordati il kapok,

il ramiè, la sisal, ricavate dalle piante tropicali e il cui uso è limitato generalmente a reti, cordami, imballaggio.


2 commenti su “Poltrona UP5 di Gaetano Pesce

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